ALAD LABORATORIES

[EN] ALAD (Architecture&Land Ambient Design) is an experimental design studio and research-unit which acts as a multidisciplinary platform in which a group of architects, landscape architects, artists, designers as well as writers are collaborating. The shared attitude interprets design as a material practice, which crosses disciplinary boundaries, and which, through a predominantly experimental and unconventional design and research practice, is able to investigate the changing conditions of contemporary spaces.
ALADlabs is part of an extensive international network, resulting in consolidated partnerships and on-going collaborations in Europe and beyond. Active in design, research, teaching, publishing, in congresses and conferences, it has been and is present in many exhibitions in Italy and abroad, winning major awards, such as, for example, the first prize at the 5th Biennal Internacional de Paisatge de Barcelona. In addition to numerous research activities for public authorities, ALAD participates in EU research programmes.

 

[IT] ALAD (Architecture&Land Ambient Design) è un atelier di progettazione, ricerca e sperimentazione, in cui collaborano architetti, paesaggisti, artisti, designer e scrittori in una piattaforma multidisciplinare. L'attitudine di fondo vede la progettazione come prassi materica e trasversale, che non riconosce confini disciplinari e che, attraverso una prassi progettuale in larga misura non convenzionale e sperimentale, indaga le mutate condizioni di fondo degli spazi contemporanei.
Con la sua équipe fa parte di una rete internazionale molto estesa, dando luogo a partnership consolidate e continue collaborazioni in campo europeo ed extraeuropeo. Attivo nella progettazione, nella ricerca, nell'insegnamento, nel campo editoriale, in congressi e convegni, è stato ed è presente in molte esposizioni e mostre in Italia e all'estero, riportando importanti riconoscimenti, come, per esempio, la vittoria alla V. Biennal Internacional de Paisatge de Barcelona. Oltre alle numerose attività di ricerca per Enti pubblici, partecipa ai programmi dell'Unione Europea.

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e-mail: info@aladlabs.net
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[EN] ALAD (Architecture&Land Ambient Design) is an experimental design studio and research-unit which acts as a multidisciplinary platform in which a group of architects, landscape architects, artists, designers as well as writers are collaborating. The shared attitude interprets design as a material practice, which crosses disciplinary boundaries, and which, through a predominantly experimental and unconventional design and research practice, is able to investigate the changing conditions of contemporary spaces.
ALADlabs is part of an extensive international network, resulting in consolidated partnerships and on-going collaborations in Europe and beyond. Active in design, research, teaching, publishing, in congresses and conferences, it has been and is present in many exhibitions in Italy and abroad, winning major awards, such as, for example, the first prize at the 5th Biennal Internacional de Paisatge de Barcelona. In addition to numerous research activities for public authorities, ALAD participates in EU research programmes.

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notes / Keepers of papers

KEEPERS OF PAPERS / ENG

KEEPERS OF PAPERS / ENG
by Sara Galli

Made in grey and white cement, sometimes with coloured powders, and water. They have been lying in makeshift containers, such as plastic bags in many cases, since they got a certain weight, to whom one of the possible forms corresponds to. The keepers take care of the papers. Not rarely they look down upon them.

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GUARDAFOGLI / IT

di Sara Galli 

In cemento grigio o bianco con terre colorate talora e acqua. Indugiando in contenenti di fortuna, spesso sacchi in plastica, essiccano fino all’ottenimento di un peso certo. A questo, corrisponde una tra le forme possibili.  Compito principale ascritto ai Guardafogli è di curare i disegni su cui pesano. Non di rado costoro li osservano, di sottecchi.

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notes / Still Life Poetique

STILL LIFE POETIQUE / ENG

STILL LIFE POETIQUE / ENG
by Stephan Jung

Milan January 7, 2013 8:40 am: “fog as thick as <<purée>>”. A physical phenomenon
transforms the perception of the world. Water vapor meets a colder area changing its
state. Infinite microscopic droplets of water suspended in the air.

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A testimony to the fact that “Même les saisons sont des milieux”. Even time is a space or, in this case, more precisely: even the weather conditions create spaces. 

Fog is a sign of air’s materiality. Air becomes opaque and suddenly the world’s apparent infinity ceases to exist turning into something intimate. The bombardment of visual stimuli produced by the galaxy of objects and things which surround us every day is suspended. Things, lines and colours which usually get lost in this complexity, appear individually or in small groups. They become part of small occasional settings which exist only for this precise moment, only through them and more importantly only for them and us.

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The horizon as the historical witness of the dimension of space no longer exists, it is replaced by proximity. The infinity and multiplicity of space eventually became an environment that measures no more than 100, 50, 10, sometimes even only one meter in diameter.

Things appear gradually. First you might catch a shadow. While proceeding this shadow gradually becomes a figure and turns into a tree, a house, a skyscraper or a person. Geometry changes continuously from indeterminate to precise before returning to a more indefinite state and finally dissolving into nothingness. The sequence of trees and facades which usually form the avenues of the classical city and therefore its image is transformed into a set of one, two trees and a house.

FICTIONAL / Tracce di architettura immaginata, altrove.

LA FATICA RIPAGATA DELL'UOMO CHE CAMMINA
di Davide Rapp

Jiro Taniguchi, famoso mangaka giapponese noto anche in Italia per serie di successo come "Tokyo Killers" o graphic novels come "L'Olmo e altri racconti", "Benkey in New York" e "Gli anni dolci", realizza nei primi anni ‘90 una serie di diciassette episodi autoconclusivi raccolti nel libro "L'uomo che cammina". Protagonista di questa serie è un uomo senza nome che passeggia per le vie di una cittadina nell'entroterra giapponese, osservando con sguardo vigile, ma spensierato, ciò che incontra per strada. Sappiamo poco di lui: ha una moglie ed un cane; un close-up dal sedicesimo episodio ne suggerisce la passione per Frank Lloyd Wright.

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Non c'è trama nelle vicende che coinvolgono l’uomo che cammina, il suo è uno sguardo rivolto alle piccole cose, al vivere all'aria aperta, alle tracce di un ambiente non ancora o non del tutto urbanizzato, agli elementi in gioco nell'alternarsi del giorno, della notte e delle stagioni. Il tutto rivelato con grazia e maestria attraverso i disegni in bianco e nero di Taniguchi, quasi sempre privi di dialogo.

L'episodio "La Tenda di Bambù" è una sequenza silenziosa di sole otto pagine che mostra il tragitto dell’uomo che cammina verso casa, trasportando una tenda di bambù acquistata in città. La presenza del sole, causa del movimento, segna l'intero cammino e ad ogni pagina si susseguono eventi ed imprevisti che interrompono brevemente il percorso, come stazioni di una personalissima via crucis.

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Quando il sole batte e il sudore scende sulla fronte dell'uomo, anche noi soffriamo; quando l'acqua di una fontanella assicura un po’ di ristoro, anche noi proviamo sollievo; quando finalmente l'ombra è conquistata addossando la tenda di bambù alla casa, anche noi proviamo soddisfazione.

Ecco la sequenza:

1 / l’uomo che cammina comincia il viaggio verso casa, con la tenda arrotolata in spalla. Il sole, causa del movimento, si staglia in cielo.

2 / L'uomo che cammina si ferma per asciugarsi il sudore dal viso.

3 / Esausto, l’uomo che cammina si riposa all'ombra di un ponte, riparo oltre che passaggio in quota.

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/ Un sentiero attraverso i campi spinge l’uomo che cammina ad un'imprevista deviazione.

5 / La deviazione si rivela utile: il sentiero conduce in un fitto bosco dove riposarsi, appoggiati al tronco di un albero, in ombra.

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6 / L’uomo che cammina riprende il tragitto, non prima di aver lanciato uno sguardo al sole, tra le foglie degli alberi: fuori dalla boscaglia lo attende di nuovo l'arsura estiva.

7 / Tra le polveri di un cantiere, l’uomo che cammina trova ristoro improvvisando una doccia en plen air grazie ad una provvidenziale fontanella di strada.

8 / Un'ellissi narrativa, sottolineata dalla closure del cambio pagina, rivela la tenda di bambù già montata, a formare con la casa una veranda in ombra: l’ uomo che cammina può finalmente riposarsi, in silenzio, con la moglie ed il cane, bevendo acqua birra. La fatica è stata ripagata.

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Nel cammino verso casa la consapevolezza del muoversi a causa del sole perchè si aveva caldo prima, fa sì che si accetti, dopo, un caldo ed una sofferenza maggiore.

La lettura di "La Tenda di bambù" dura pochi istanti, il tempo di perdersi nei dettagli e nella cura dei disegni di Taniguchi, eppure il sapore di questa vicenda, costruita sulle azioni necessarie all'allestimento di un semplice riparo dal sole, permane nelle ore e nei giorni successivi.

Cfr. L'uomo che cammina (Aruko Hito), Jiro Taniguchi, Panini Comics, 2012

Le immagini a corredo del testo sono elaborazioni dal fumetto originale di Taniguchi.

Twitter: @Davide_Rapp

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